Si dice spesso che “cercare un lavoro è un lavoro”, e – aggiungerei – è un duro lavoro, che inizia proprio con la preparazione del Curriculum Vitae.
Bisognerebbe dedicarvi diverse ore, perché “non c’è mai una seconda occasione di fare una prima impressione”, e sapete quanto tempo dedicano mediamente i selezionatori per dare ai CV un primo sguardo, in base al quale effettuano già una prima scrematura? Tra i 10 e i 20 secondi! Al vostro CV state quindi affidando un compito importante: quello di convincere un selezionatore a telefonarvi per fissare un colloquio.
Quattro sono le parole chiave da tenere a mente mentre preparate il vostro CV: brevità, leggibilità, professionalità, personalizzazione. Dovrete raggiungere un delicato equilibrio tra questi aspetti, che sono tutti ugualmente importanti.
1. Brevità
Il CV ideale è di 2 pagine, comunque non supera le 3. Potete valutare quanto scrivere anche in base al destinatario: in una piccola azienda i selezionatori hanno generalmente più tempo per leggere i CV (ricordate che il vostro non è certo l’unico che riceveranno) che non in una multinazionale.
Potrebbe quindi essere necessario eliminare qualche informazione: per esempio gli studi superiori, se avete anche la laurea, o i primi stage che avete svolto, se successivamente avete maturato altre esperienze di lavoro. Un’indicazione in tal senso può essere questa: partite dall’ultimo incarico che avete ricoperto e ripercorrete gli ultimi cinque anni. Inoltre, selezionate i contenuti in base al destinatario: quali, tra le vostre esperienze, vi avvicinano di più al profilo ricercato dall’azienda?
Se proprio non riuscite, con tutti questi accorgimenti, a rimanere nelle 2-3 pagine, potete ridurre un po’ il margine o diminuire la dimensione del carattere. Prima di inviarlo, però, stampatene una copia: vi renderete subito conto se invoglia la lettura o incentiva un approccio con lente d’ingrandimento. E qui mi ricollego alla seconda parola chiave…
2. Leggibilità
Oltre alle dimensioni, anche il tipo di carattere è importante.
Assolutamente da evitare l’uso di font goticheggianti (come l’Old English Text MT), o cartoonistici (come il Curlz MT), che sono sì segno di personalizzazione, ma anche di scarsa professionalità, oltre ad essere veramente difficili da decifrare. I font più comunemente utilizzati sono Times New Roman, Arial, Arial Narrow, Cambria e Calibri. Il Verdana e il Tahoma sono invece tra quelli che garantiscono una miglior leggibilità su monitor.
Per quanto riguarda i contenuti, è fondamentale che il documento sia scritto in un italiano fluente, con frase brevi e pochissime subordinate: una forma troppo discorsiva disincentiva la lettura.
Potete utilizzare il grassetto per evidenziare alcune parole chiave, per assicurarvi che non sfuggano al lettore.
Se decidete di inviare il CV per posta, anche la stampa è importante. In linea di massima, sono da preferirsi carta bianca e inchiostro nero. In ogni caso, non stampate quando la cartuccia o il toner sono alla fine, controllate che la stampante non abbia macchiato il foglio, e attendete che l’inchiostro sia ben asciutto prima di piegare e imbustare. Oltre che di leggibilità, questa è anche una questione di professionalità…
3. Professionalità
Come per l’invio cartaceo è necessario curare la qualità della stampa, allo stesso modo per un invio via e-mail è fondamentale pensare al formato del file. È vero che i documenti redatti con Word e Writer sono ormai compatibili tra di loro, ma non è detto che chi riceve il CV abbia installato l’ultima versione del programma. Inoltre, anche se voi visualizzate un documento “pulito”, senza simboli di formattazione ed errori sottolineati, non è detto che il destinatario lo visualizzi allo stesso modo: basta che abbia il pulsante “mostra tutto” attivato e che il suo dizionario non contenga le stesse parole che voi avete aggiunto. Tra l’altro, se non avete molta dimestichezza coi programmi, e avete allineato i paragrafi non con gli appositi comandi, bensì inserendo degli spazi, la cosa salterà subito all’occhio: ciò darà un’idea di scarsa competenza informatica ma anche, in generale, di scarsa professionalità.
Insomma: sempre meglio preferire un PDF! Per convertire in PDF qualsiasi documento, potete scaricare gratuitamente il programma libero PDFCreator.
A proposito di professionalità, ci tengo a ribadire un aspetto di cui ho già parlato in un post precedente: occhio all’indirizzo e-mail che indicate sul CV! Deve essere serio: niente forzamilan, paperella e tigre83, ma un banale nome.cognome.
Questione foto: è vero che una posa naturale è preferibile alla classica fototessera “stile ricercato”, ma uno scatto troppo informale, “stile Facebook”, può determinare immediatamente la vostra esclusione.
4. Personalizzazione
Compilare un modello preesistente o redigere il CV ex novo?
Contrariamente a quanto si può pensare, il format Europass non è affatto il più richiesto dalle aziende (vi consiglio a tal proposito l’articolo de “Il Sole 24 Ore”: “Un curriculum su misura per arrivare ai colloqui. Le aziende ‘cestinano’ il modello europeo”). Il problema del format è che richiede informazioni troppo dettagliate, perciò anche una persona molto giovane, con un paio di esperienze lavorative, può arrivare tranquillamente a scrivere 4-5 pagine. Inoltre non è possibile modificare né l’impaginazione né il font, e quindi risulta impossibile sia risparmiare un po’ di spazio sia dare un minimo di personalizzazione grafica al documento.
Meglio quindi creare il proprio CV ex novo, fermo restando che conoscere il format Europass è sempre utile, perché talvolta è espressamente richiesto, come nel caso di alcuni concorsi pubblici. Da questo sito potete scaricare il modello, le istruzioni di compilazione e alcuni esempi, sia in italiano sia nelle altre lingue dell’Unione Europea.
Un discorso a parte meritano quei professionisti per i quali la personalizzazione del CV è indispensabile: penso ai grafici pubblicitari, agli esperti di comunicazione, ai fotografi, agli scenografi, ai webdesigner…
Per voi il CV è un’occasione imperdibile per dimostrare non solo a parole, ma anche nei fatti, le vostre capacità e il vostro gusto. Ovviamente, attenti a non esagerare! Un consiglio? Conoscere la realtà a cui state inviando il documento può aiutarvi a capire quanto potete “osare”: studiate il loro sito web, con una particolare attenzione non solo ai contenuti, ma anche alla forma grafica. Qui potete trarre ispirazione dai “CV 2.0” di alcuni giovani creativi che hanno veramente raggiunto risultati notevolissimi!
Una volta “partorito”, con comprensibili sforzi, il vostro CV, non precipitatevi a inviarlo: ricordate che deve sempre essere accompagnato dalla cosiddetta “lettera di motivazione”. Su questo argomento ritornerò presto a darvi qualche consiglio!
Bel post, approfondito, ma leggero ed equlibrato. La nostra é una generazione espertissima nel redigere cv, ormai… Peccato manchino i lavori! Concordo sul modello europass: davvero scomodo ed eccessivamente lungo. Ha il prego che cerca di settare uno standard, ma penso che al datore di lavoro possa fare una buona impressione vedere che il candidato si é dato da fare per impaginare un proprio cv.