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Pillole di Mindfulness: corso a Torino

Vi ho parlato spesso di mindfulness e argomenti correlati. Il primo post risale al 2011, agli albori di questo blog. Nel frattempo il termine è diventato arcinoto, a rischio di essere anche banalizzato.

In estrema sintesi, la parola “mindfulness” significa “piena consapevolezza”, e si rifà a una qualità dell’attenzione (presente e non giudicante) che al giorno d’oggi, con la vita frenetica che conduciamo, generalmente  manca un po’ a tutti noi. 

Per questo, io e il collega Davide Novarese abbiamo pensato ad un corso che fosse abbastanza breve da essere fruibile, ma non così tanto da essere superficiale. L’abbiamo intitolato “Pillole di Mindfulness”.

Con questo corso vi vogliamo offrire uno spazio e un tempo per allenare l’attenzione a stare nel momento presente, accettando ciò che c’è senza giudicare, e tante piccole strategie da mettere in pratica nella vita quotidiana, per avere un benessere tangibile da subito.

Per esempio, imparando a sentire il vostro corpo, a rilassare la vostra mente, a godervi il momento presente, a mangiare più consapevolmente. In altre parole, a prendervi cura di voi stessi.

Il corso si terrà presso il mio studio in via Filadelfia 117 a Torino, e si svolgerà in 4 martedì consecutivi: 14 – 21 – 28 gennaio e 4 febbraio 2020, con orario 20.00-22.00.

Il costo, comprensivo di materiale da utilizzare a casa, è di 160.00 €.

Per informazioni e iscrizioni, potete contattarci a uno dei seguenti recapiti:

Dr.ssa Federica Festa
Psicologa Psicoterapeuta
340.5964951
ilblogdellapsicologa@gmail.com

Dr. Davide Novarese
Psicologo
334.1551207
novarese.d@gmail.com

Vi aspettiamo!

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Bullismo: sappiamo veramente cos’è?

Quando si inizia a parlare a livello di mass media di un qualsiasi fenomeno fino a quel momento sottovalutato, spesso accade che qualcuno inizi a dire che “si esagera”, che certe cose “ci sono sempre state” e “siamo tutti sopravvissuti”.

Questo accade anche per il bullismo. Perché? Non saprei dare una risposta definitiva. Desiderio di difendersi dalle brutte notizie di cronaca? Dalla consapevolezza che al mondo esiste anche il male, oltre al bene? Che l’essere umano, e anche il bambino, è capace di fare intenzionalmente del male al prossimo?

Quel che è certo è che il bullismo non riguarda innocenti dispetti tra bambini. I bambini hanno sempre litigato, è vero, e anche fatto a botte, ma quello non è bullismo. Finché un ragazzino insulta un compagno, e questo risponde per le rime, possiamo stare sereni: forse non sono educati, ma non sono vittime né bulli.

Il bullismo ha caratteristiche precise:

  • C’è un soggetto “forte” (il bullo) che assume atteggiamenti di intimidazione, sopraffazione, oppressione fisica o psicologica nei confronti di un soggetto percepito come “debole” (la vittima).
  • Questi atteggiamenti sono intenzionali
  • e ripetuti nel tempo.

Il bullismo ha varie forme:

  • Fisica, dal leggero spintone fino alla violenza fisica e alla molestia sessuale.
  • Verbale, come l’insulto diretto, il chiamare la persona con nomignoli che ne sottolineano un difetto, fino alla minaccia.
  • Indiretta, una forma più raffinata e subdola, in quanto non si insulta direttamente la vittima ma si mettono in circolazione informazioni private, o addirittura vere e proprie calunnie sul suo conto. Questa forma è più difficile da scoprire e punire da parte degli adulti, ed è maggiormente adottata dalle ragazze.

Chi è il bullo?

Il bullo è un ragazzino o una ragazzina che ha difficoltà a comprendere le emozioni, a tollerare la frustrazione e a gestire la rabbia.

È importante considerare che il comportamento dei bulli spesso è il risultato di una difficoltà nella famiglia d’origine. Spesso questi ragazzini assistono sin dalla prima infanzia a scene di violenza domestica, hanno genitori maltrattanti, oppure vengono da famiglie formalmente “perfette” ma che ignorano completamente i reali bisogni emotivi dei figli.

In realtà, quindi, attraverso il suo comportamento il bullo manifesta debolezza e disagio, esprime indirettamente una richiesta di aiuto (benché certamente non adeguata e non efficace).

Chi è la vittima?

Le vittime sono generalmente ragazzini e ragazzine tranquilli, sensibili, spesso con una scarsa autostima, magari con un’insicurezza riguardo al proprio corpo, con difficoltà a integrarsi nei gruppi.

Essere vittima di bullismo può essere considerato un evento traumatico (ci troviamo infatti di fronte a una minaccia fisica e psicologica alla persona), e come tale mina la costruzione dell’identità e dell’autostima.

Le vittime possono manifestare il proprio malessere in diversi modi. Alcuni ragazzi cercheranno di evitare di andare a scuola, magari con la comparsa di sintomi come mal di stomaco, mal di testa, ansia. Possono verificarsi problemi di concentrazione e quindi un calo del rendimento scolastico.

Inoltre, sia in adolescenza che in età adulta, le vittime hanno un maggior rischio di sviluppare disturbi psicologici come la depressione, come dimostrano vari studi (Qui, se siete interessati, ne trovate uno del 2015 condotto nel Regno Unito).

Cos’è il cyberbullismo?

Attraverso internet, che accelera e amplifica ogni tipo di comunicazione, anche il fenomeno del bullismo, purtroppo, sta conoscendo un’impennata.

Il bullismo verbale ha qui una cassa di risonanza molto ampia, le voci si diffondono molto più velocemente.

Inoltre il bullo, non vedendo la vittima, perde più facilmente le proprie remore ad offendere direttamente (per esempio attraverso commenti offensivi su Instagram e Facebook), e trova enorme facilità nel farlo indirettamente (per esempio facendo girare voci su gruppi WhatsApp da cui la vittima è esclusa).

Col cyberbullismo, la vittima è costantemente sotto pressione, mentre una volta, anche solo 20 anni fa, generalmente c’erano ambienti e momenti della giornata in cui le vittime potevano stare tranquille.

Cosa può fare lo psicologo?

Lo psicologo può avere un ruolo fondamentale: nella prevenzione e nel trattamento.

A livello preventivo è necessario lavorare nelle scuole, con i bambini a partire dai 7-8 anni, perché questa è l’età in cui il fenomeno generalmente ha inizio. In questo modo le vittime possono essere informate sulle modalità per denunciare, i bulli possono iniziare a capirsi e sentirsi capiti, e gli altri ragazzini possono iniziare a difendere attivamente la vittima, anziché giocare il ruolo di spettatori passivi o di gregari del bullo.

È imprescindibile però anche il lavoro con insegnanti e genitori, perché spesso la vittima non si sente in grado di denunciare, e non percepisce gli adulti come disponibili ad ascoltarlo.

Nel trattamento, a livello di psicoterapia, è possibile fare molto, sia con le vittime, sia con i bulli. Come abbiamo visto, per le vittime questo è un vero e proprio trauma, che indebolisce ulteriormente la loro già bassa autostima, mentre per il bullo, questo comportamento è segnale di un problema a regolare le emozioni e ciò, se non si spezza il cerchio, li potrebbe portare a diventare a loro volta adulti maltrattanti.

 

(Image by Anemone123 from Pixabay)

I disturbi d’ansia: un’intervista a Radio Veronica One

Ieri sera, o meglio, ieri notte, su Live Social di Radio Veronica One andava in onda una mia intervista sui disturbi d’ansia. Abbiamo parlato di emozioni, attacchi di panico, psicoterapia e prevenzione.
Per tutti i non-nottambuli, a questo link trovate un estratto della videointervista.

Buon ascolto e buona visione!

 

“Rilassamento bimbi”, nuovo corso al Castello di Sale

Lunedì 11 Aprile 2016, ore 17.00

PROVA GRATUITA di presentazione del corso “RILASSAMENTO BIMBI”

Presso il Castello di Sale, Via Carlo Tenivelli 3D, Torino

Oggigiorno anche i bimbi, a fine giornata, sono stanchi, tesi, preoccupati per la scuola.

Finalmente un’attività rilassante anche per loro: tecniche di rilassamento come training autogeno, meditazione, tai-chi-chuan, yoga, tutte trasformate in fiabe e giochi dedicati ai bimbi.

Rispetto ad altri corsi, questo presenta il grande vantaggio di aver luogo in una location assolutamente esclusiva: il Castello di Sale, centro di halotrattamento nelle cui stanze viene immesso un areosol di puro sale di halite (salgemma) certificato e controllato con un costante rinnovo dell’aria. Il sale fornisce un aiuto prezioso e del tutto naturale: purifica le vie respiratorie, ha un effetto decongestionante, mucolitico e antinfiammatorio. La stanza, inoltre, bianca e silenziosa come una spiaggia magica, riesce a incantare anche i bambini, e garantisce di per sé momenti di puro relax.

Per informazioni e prenotazioni potete scrivere a torino3@castellodisale.it, oppure telefonare al numero 011.433.85.77.

Vi aspetto, e vi invito a dare un’occhiata anche al corso di Training Autogeno per adulti!

(Photo by smengelsrud on Pixabay)

Training Autogeno al Castello di Sale

Mercoledì 13 Aprile 2016, ore 19.00

PROVA GRATUITA DI PRESENTAZIONE DEL CORSO DI TRAINING AUTOGENO

Presso il Castello di Sale, Via Carlo Tenivelli 3D, Torino

Lo stress: il grande nemico della nostra quotidianità. Il Training Autogeno può essere un ottimo strumento per contrastarlo, grazie ai suoi noti benefici su mente e corpo.

Rispetto ad altri corsi, questo presenta il grande vantaggio di aver luogo in una location assolutamente esclusiva: il Castello di Sale, centro di halotrattamento nelle cui stanze viene immesso un areosol di puro sale di halite (salgemma) certificato e controllato con un costante rinnovo dell’aria. Il sale fornisce un aiuto prezioso e del tutto naturale: purifica le vie respiratorie, ha un effetto decongestionante, mucolitico e antinfiammatorio. La stanza, inoltre, bianca e silenziosa come una spiaggia esotica, garantisce di per sé momenti di puro relax.

Per informazioni e prenotazioni potete scrivere a torino3@castellodisale.it, oppure telefonare al numero 011.433.85.77.

Vi aspetto, e vi invito a dare un’occhiata anche al corso di rilassamento per bimbi!

Giornata Mondiale per la Lotta contro l’AIDS 2014

Oggi, 1° dicembre, è la Giornata Mondiale per la Lotta contro l’AIDS.

Dal 1981 l’AIDS ha ucciso oltre 25 milioni di persone, diventando una delle epidemie più distruttive che la storia ricordi.

L’andamento dell’epidemia nei 53 paesi della regione Europea e dell’Asia Centrale è stato presentato a Roma il 27 e 28 novembre durante la conferenza “Fight against HIV/AIDS ten years after the Dublin Declaration: Leaving no One Behind – Ending AIDS in Europe”.

Quella che è stata presentata a Roma è una situazione drammatica, che colloca l’Europa dell’Est e i paesi dell’Asia Centrale in una situazione peggiore dell’Africa Subsahariana, dove – negli ultimi 4 anni – importanti progressi sono stati raggiunti e dove l’accesso al trattamento antiretrovirale è aumentato, ragione per la quale si è vista una diminuzione delle nuove infezioni.

La Società Civile presente a Roma ha chiesto a gran voce ai leader europei di mettere fine a questa epidemia, cambiando le proprie politiche e stanziando risorse. Senza un impegno massiccio per i prossimi anni, l’Europa rischia di rimanere indietro e di non raggiungere l’obiettivo fissato da UNAIDS: porre fine alla pandemia di AIDS entro il 2030.

A questo link potete leggere il comunicato stampa completo della LILA.

Qui troverete un’interessante articolo di Wired circa i falsi miti e le bufale pseudoscientifiche che circolano riguardo all’HIV.

E infine, a questo link, un elenco delle iniziative promosse dalla LILA in tutta Italia.

10 settembre 2014 – 50 anni di Telefono Amico

Un giorno particolare, il 10 settembre, e un anno speciale, il 2014.
In quel giorno infatti ricorre la Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio, e nel 2014 l’Associazione Telefono Amico Italia compie 50 anni. Mezzo secolo di attività sul fronte del contrasto alla solitudine e dell’ascolto di quanti vivono momenti di disagio e difficoltà.

In occasione di questo importante traguardo, l’Associazione organizza una Tavola Rotonda per riflettere, con l’aiuto di esperti, sul tema della prevenzione al suicidio da un punto di vista sociale.
L’appuntamento è il 10 settembre alle ore 18.00, presso lo Spazio Incontri della Regione Piemonte, in corso Stati Uniti 23 a Torino.
L’obiettivo è sensibilizzare sull’importanza della prevenzione, delle relazioni amicali e del contributo che ciascuno può dare nel relazionarsi con gli altri.
Sono stati invitati a confrontarsi Raffaella Vitale, Direzione regionale politiche sociali e politiche per la famiglia, Paolo Griseri, giornalista di Repubblica, Alessandro Meluzzi, psicologo, narratore e docente universitario, Roberto Cardaci, sociologo, e Pierluigi Dovis, Direttore della Caritas regionale.

L’incontro rientra nel Progetto “1964-2014. A friend for life”, ampia serie di iniziative realizzate da Telefono Amico in occasione del cinquantenario, che si concluderanno il 22 dicembre di quest’anno. Un percorso fatto di incontri, stand in piazza e molto altro per promuovere la cultura dell’ascolto e coinvolgere il pubblico nell’instancabile attività dei volontari, che in questo mezzo secolo hanno risposto ad oltre 1.500.000 telefonate.

Per approfondimenti sul progetto cliccate qui.
Per il calendario completo degli appuntamenti cliccate qui.

Potete seguire Telefono Amico su FacebookTwitter, e YouTube.

Dipendenza da internet… e voi, come siete messi?

Vi avevo già parlato delle cosiddette “nuove dipendenze”.

Quelle che avevano maggiormente destato la vostra curiosità, come ho potuto notare dai termini maggiormente ricercati nel mio blog, erano le “web related addictions” (dipendenze correlate al web): “info surfing”, dipendenza da gioco d’azzardo online, da sesso virtuale, da social network, shopping compulsivo online.

log-off
Da quando ho pubblicato il post, molti altri comportamenti sono diventati oggetto di attenzione, come la dipendenza da videogiochi di ruolo online, e, con la sempre crescente diffusione degli smartphone, la dipendenza da cellulare (battezzata “nomofobia”, contrazione di “no-mobile phobia”).

Sul sito di ESC, team di specialisti nel campo delle dipendenze, ho trovato un test (un adattamento dell’ IAT – Internet Addiction Test di Kimberly Young), che permette di scoprire il proprio rapporto con il web… siete curiosi? Non vi resta che provare...

Gli animali aiutano a stare bene? Pet therapy e dintorni…

Il termine “pet therapy” è stato coniato dallo psichiatra infantile Boris Levinson negli anni ’60 del XX secolo.
Si tratta di un approccio che integra le terapie tradizionali e può essere impiegata su pazienti affetti da differenti patologie, con obiettivi di miglioramento fisico, cognitivo, emotivo, comportamentale e sociale.

La pet therapy non è quindi una terapia a sé, ma una co-terapia, che può facilitare l’approccio terapeutico con le figure mediche, psicologiche e riabilitative, soprattutto nei casi in cui il paziente sia scarsamente collaborativo o comunicativo.

Quali sono i vantaggi che può offrire il contatto con un animale?

  • Il contatto con un animale aiuta a soddisfare bisogni come affetto, sicurezza, relazioni interpersonali. Oltre a darci tutto il loro affetto, infatti, gli animali creano occasioni di socializzazione e conversazione, come d’altronde ben sa ogni padrone di cane reduce da una passeggiata al parco.
  • Nei bambini con problemi comportamentali come iperattività, aggressività, autolesionismo, è stato dimostrato che questi comportamenti diminuiscono, di pari passo con l’ansia, mentre aumentano autostima e senso di responsabilità.
  • In pazienti ipertesi e cardiopatici, è stato dimostrato che accarezzare un animale diminuisce la pressione arteriosa e contribuisce a regolare la frequenza cardiaca.Appare chiaro, quindi, che gli animali non sono soltanto utili nelle terapie, ma anche e soprattutto nella prevenzione. In situazioni stressanti, la sola presenza di un animale domestico può essere sufficiente a produrre un effetto tranquillizzante sul sistema nervoso e sulle funzioni cardiovascolari dell’uomo, permettendogli di rilassarsi e distrarsi, senza amplificare le sensazioni negative.

In Italia, spetta alle singole Regioni dotarsi di una legislazione in materia sanitaria, e ad oggi solo la Regione Veneto ha definito le procedure ed i requisiti minimi necessari per poter effettuare l’attività della pet therapy, redigendo il MOR (Manuale Operativo Regionale regione Veneto) ed avviando Net Pet Therapy, un progetto di rete regionale per la pet therapy.

NOVITÀ! Corso di preparazione alla nascita

A partire da una pratica pluriennale di yoga e meditazione di consapevolezza, e dalla collaborazione con Sabrina Fontana, grande amica nonché eccezionale insegnante di yoga , è nata l’idea del corso Yoga e Psicologia per prepararsi alla meraviglia della nascita.

Gravidanza è sinonimo di cambiamento e attesa. Ogni donna è unica, ogni gravidanza è unica e ogni bambino è unico. Sgomberata la strada dagli stereotipi su “come ci si dovrebbe sentire”, imparare a entrare in contatto con il proprio corpo e le proprie emozioni è la via sicura per una gravidanza consapevole, e quindi serena.

E lo yoga? Il termine “yoga” significa “unire”, “congiungere” e in sé contiene il senso fondamentale della disciplina: l’unione mente-corpo. La pratica consiste nell’orientare con dei mezzi idonei la mente verso la continuità dell’essere, partendo dalla coscienza corporea per spostarsi gradualmente verso l’osservazione della parte più sottile della nostra mente, rendendola tranquilla, comprendendola e trasformandola. In questo senso la gravidanza, rappresentando l’unione privilegiata tra la madre e il neo-bambino, è già yoga!

Siete incuriosite?

Tutti i dettagli nella pagina dedicata…

(Photo by Alicia Petresc on Unsplash)