Archivi tag: depressione

#RestiamoACasa | Episodio 6 | "Andiamo" per musei

Avevate prenotato le vacanze per questa primavera?

Ovviamente in questo momento non ci possiamo più spostare per turismo, e alla preoccupazione per la situazione sanitaria si aggiunge il danno economico. Voli e treni sono stati quasi completamente cancellati, nei migliori dei casi già rimborsati, ma alcuni di noi stanno ancora cercando di districarsi tra siti e agenzie per avere informazioni in merito.

Anche musei e mostre ovviamente sono chiusi.

Ma nel frattempo… sempre nell’ottica di fare qualcosa di piacevole e costruttivo nel tempo che ci ritroviamo a dover passare a casa, perché non sognare grazie a internet? Qui trovate 10 musei da visitare stando a casa, tour virtuali e collezioni online… fantasticando e pregustandoci il prossimo viaggio!

  1. Galleria degli Uffizi – Firenze
  2. Musei Vaticani – Roma
  3. Pinacoteca di Brera – Milano
  4. Museo Archeologico – Atene
  5. Prado – Madrid
  6. Louvre – Parigi
  7. British Museum – Londra
  8. Ermitage – San Pietroburgo
  9. National Gallery of Art – Washington
  10. Metropolitan Museum – New York

(Image by dvorianova from Pixabay)

#RestiamoACasa | Episodio 5 | Facciamoci bell*

Abbiamo già lavato le tende, i vetri, i rivestimenti del divano.

Fatto la pizza, le tagliatelle, gli gnocchi.

Oppure non riusciamo nemmeno a respirare facendo lo slalom tra smartworking e bimbi da accudire.

O forse tutte queste le cose insieme.

A meno che non dobbiamo recarci fisicamente sul luogo di lavoro, molto probabilmente stiamo vivendo in tuta, se non addirittura in pigiama. Le situazioni ovviamente sono molte e diverse. L’allenatore sportivo che già viveva le sue giornate in tuta non ha cambiato poi molto. Chi era abituato ad andare in ufficio in giacca e cravatta sì.

Intendiamoci: alcune libertà che questa situazione ci concede sono positive: meno costretti da obblighi sociali, come la cravatta per gli uomini, il trucco per le donne, possiamo sentirci più liberi di stare comodi.

Qual è però il rischio di questa situazione?

Che si finisca col non prendersi più nessuna cura di sé, “tanto nessuno mi vede, tanto non esco mai…”

Quando il nostro morale è giù, generalmente non abbiamo voglia di prenderci cura di noi, in senso fisico e anche prettamente estetico. Allo stesso modo, il non prenderci cura di noi, anche per circostanze esterne che oggettivamente ci limitano, può a sua volta peggiorare il nostro umore.

Se per esempio prima dell’emergenza mi truccavo tutti i giorni prima di uscire, e ora non ne vedo più il senso, questo può essere un problema.

Per molte persone che soffrono di depressione, l’impegno quotidiano del lavoro è un importante fattore che dà motivazione: sia perché ogni lavoro ha le sue specifiche mansioni da svolgere, che richiedono competenza e concentrazione, sia perché il lavoro richiede di uscire di casa, di avere contatto sociale, e questo stimola a prendersi cura del proprio aspetto fisico.

Tornando all’esempio del trucco, se quel piccolo gesto mattutino mi faceva sentire più bella, mi dava il buon umore… perché privarmene?

Si è tanto ironizzato sulla chiusura dei centri estetici e dei parrucchieri, a volte con meme simpatici, ma a volte anche con toni sprezzanti.

Invece la cura di sé è molto importante, in questo momento più che mai, per evitare che il morale precipiti. Certamente è giusto che questi esercizi professionali restino chiusi, perché per loro è impossibile mantenere una distanza di sicurezza coi clienti. Molte estetiste però hanno iniziato a produrre contenuti social per la propria clientela: tutorial, consigli sui prodotti da usare a casa, post in cui raccontano che stanno continuando a formarsi online…

Tutto questo è preziosissimo, perché oltre a sostenere le persone a prendersi cura di sé, favorisce il senso di comunità, di vicinanza, fa sentire tutti meno soli.

In conclusione, cosa vi consiglio per farvi bell*?

  • Al mattino continuate a mantenere la vostra routine: la doccia, i prodotti di self care a cui siete affezionati (creme, profumi).
  • Vestitevi in un modo che vi piaccia: un abbigliamento da ufficio è eccessivo se dovete stare in casa, ma provate a sperimentare un abbigliamento comodo ma che comunque vi faccia sentire bene.
  • Potete anche sperimentare nuovi look: volete farvi crescere la barba? Se prima mal sopportavate di farvela, ben venga! Volete provare a truccarvi di meno, di più, o diversamente? È il vostro momento!
  • Se avete il tempo, potreste provare anche a introdurre una routine in più: ad esempio un prodotto per la cura dei capelli che avreste sempre voluto provare ma richiedeva una posa troppo lunga, 10 minuti di ginnastica, o di meditazione.

Spero come sempre di avervi dato qualche utile spunto di riflessione e qualche idea su come vivere al meglio questo periodo così eccezionale.
Se avete idee su altri argomenti che vorreste vedere trattati in questi giorni, lasciatemi un commento. 

Photo by Adrian Motroc on Unsplash

#RestiamoACasa | Episodio 1 | L’importanza di organizzare il proprio tempo

È un po’ che non scrivo. Come quella di tutti, anche la mia vita ha subito un drastico cambiamento, e ho dovuto velocemente riorganizzarmi.

Lunedì prossimo sarebbe dovuta iniziare la Settimana del Cervello, io avevo previsto tanti eventi nelle scuole e uno anche presso il mio studio. Coordinandoci con gli organizzatori, l’abbiamo spostata a fine maggio, nella speranza che per allora si possano tranquillamente proporre eventi di questo tipo. Come si suol dire, si naviga a vista.

La mia attività di didattica all’Università è momentaneamente sospesa: io conduco laboratori sulle competenze relazionali per le professioni d’aiuto. Sono attività molto pratiche, difficili da fare in teledidattica. Stiamo cercando di coordinarci con i colleghi, nell’impossibilità di riunirci di persona.

E infine anche nel mio studio privato ho dovuto prendere una serie di decisioni: inizialmente mi sono attrezzata per continuare a svolgere la mia professione nel rigoroso rispetto delle misure igienico-preventive del Ministero della Salute, e contemporaneamente ho potenziato il servizio di consulenza a distanza mediante videochiamata. La situazione come saprete evolve molto rapidamente, e così oggi ho deciso di chiudere temporaneamente: i colloqui in presenza sono sospesi fino a data da destinarsi, mentre è sempre attivo il servizio di consulenza a distanza mediante videochiamata.

In questo clima di costante incertezza, nel quale sono immerse tutte le persone con cui sto parlando, mantenere una certa regolarità nelle proprie giornate è molto importante. Stare a “marcire” sul divano inizialmente può sembrare allettante, ma sul lungo periodo va assolutamente evitato.

Restare il più possibile a casa, dal punto di vista sanitario, è certamente e senza alcun dubbio la cosa migliore da fare, ma i rischi di questa situazione, dal punto di vista psicologico, ci sono.

Fondamentalmente si possono raggruppare in 3 categorie:

  • Ansia. I notiziari non fanno che parlare del coronavirus. Tenersi informati è importante, ma bisogna evitare di preoccuparsi più del dovuto, limitando il tempo passato a ricercare informazioni. Il rischio è quello di alimentare a dismisura l’ansia, e ciò, in una persona che già ne soffre, può portare anche a forti attacchi di panico. Inoltre, si rischia di finire preda di fake news, che girano in questo periodo soprattutto sotto forma di allarmanti catene WhatsApp.
  • Depressione. Stare in casa senza stimoli intristisce tutti, immaginate chi soffre o ha sofferto in passato di una vera e propria patologia depressiva. Questo è vero soprattutto per chi vive da solo. Basti pensare che la parola isolamento ci richiama immediatamente il carcere.
  • Peggioramento di dinamiche familiari disfunzionali. In Cina, dopo la fine della quarantena, c’è stato un boom di divorzi. La notizia circolava a volte accompagnata da battute, come se fosse una barzelletta, ma ci dovrebbe far riflettere. Quando in famiglia le cose non vanno, la convivenza forzata si può trasformare in una bomba a orologeria. Pensiamo anche a situazioni in cui c’è una persona non autosufficiente, e il caregiver non può staccare mai, o un bambino iperattivo, e la famiglia ha serie difficoltà a gestirlo.

Per questo ho pensato di condividere con voi una piccola riflessione ogni giorno, uno spunto per gestire al meglio le vostre giornate. So che ciascuno sta vivendo la situazione a modo proprio: c’è chi andava a scuola e ora si ritrova a seguire le lezioni da casa, chi già faceva smartworking, chi è stato catapultato nel mondo del telelavoro senza che l’azienda fosse realmente preparata, chi si ritrova all’improvviso i figli a casa, chi era (o si è ritrovato) senza lavoro, i liberi professionisti e gli imprenditori.

Cercherò di non dimenticare nessuna categoria, e di dare a ciascuno qualche piccolo strumento per sentirsi nuovamente padrone del proprio tempo.

Pronti? Si parte domani! Nel frattempo, ricordate:

(Photo by Jon Tyson on Unsplash)

Natale & Feste: Istruzioni per l’uso

Anche quest’anno, come ogni anno, mentre noi facciamo il conto alla rovescia per l’inizio delle ferie, pensiamo agli ultimi regali e organizziamo le cene per scambiarci gli auguri con amici e colleghi, i media hanno ricominciato a parlare di “Sindrome Natalizia”.

Vorreste sapere che cos’è e come si combatte? Beh, iniziamo a dire che…

LA SINDROME NATALIZIA NON ESISTE

L’abuso della parola continua, ma ribadiamolo: non stiamo parlando di una patologia, bensì di un insieme di disturbi (ansia, problemi gastrointestinali e psicosomatici) che tendono a presentarsi normalmente nelle occasioni di stress, e spesso le Feste sono proprio un’occasione di stress.

Cerchiamo quindi di vedere le cause di stress più comuni in questo periodo per prepararci ad affrontarle al meglio!

IL TRAFFICO

Nonostante l’avvento dell’e-commerce, che ha eliminato molti lunghi giri nei centri commerciali alla ricerca del dono perfetto, qualcuno deve pur consegnarceli, i pacchi che ordiniamo, e quindi il traffico nelle strade non è certo diminuito, come ho raccontato in un recente post sul Black Friday.

Se ci troviamo congestionati nel traffico, “prenderla con filosofia” è sempre la soluzione. Mettiamoci il cuore in pace: in questo periodo il tempo per i nostri abituali spostamenti aumenterà, e anche quello per trovare parcheggio. Usciamo di casa prima e cerchiamo di non arrabbiarci: la rabbia non cambierebbe certo la situazione del traffico, farebbe solo del male a noi stessi: irritabilità, malumore e tensioni muscolari ci farebbero arrivare in ufficio già stanchi, o al centro commerciale arrabbiati e per nulla predisposti a cercare regali.

I REGALI

La ricerca del dono perfetto rischia di diventare un vero e proprio tormento. I negozi sono sempre affollatissimi, noi abbiamo poco tempo, dobbiamo assolutamente portare a termine un certo numero di acquisti entro la vigilia, fuori fa un freddo polare e nei negozi fa sempre troppo caldo, nei centri commerciali il rumore è insopportabile… Ma… il dono non dovrebbe essere un’occasione di gioia?

Anche se l’e-commerce ha ridimensionato questo scenario apocalittico, vorrei offrirvi un’idea per un regalo diverso dal solito, che sicuramente ci richiederà meno stress e sarà più apprezzato. Regaliamo del tempo da trascorrere con noi. È un qualcosa che va ancora oltre il regalare un’esperienza – concerto, cena o viaggio che sia. Si tratta di prendersi il tempo per vivere quell’esperienza insieme. In un’epoca in cui tutti abbiamo troppo di tutto, prenderci del tempo per fermarci e passare una serata insieme a un amico, facendo qualcosa che magari normalmente non ci permetteremmo, nel senso che ci sembrerebbe un lusso passare quel tempo a non lavorare né in ufficio né in casa, può essere un atto rivoluzionario. Un dono per l’altro e anche per noi.

C’è anche un’altra ragione, però, che può trasformare il rito dei regali in uno stress. Vogliamo veramente farli o ci sentiamo obbligati? È essenziale cercare di capire chi veramente ci sta a cuore e che tipo di dono vogliamo fare, senza sentirci costretti a dimostrare nulla, senza temere il giudizio altrui. Difficile? Migliorare questo lato di noi può essere il nostro buon proposito per l’anno nuovo! Iniziamo a inserirlo nella nostra to-be list

LE RIMPATRIATE IN FAMIGLIA

Il Natale è spesso sinonimo di grandi tavolate che riuniscono più generazioni. Alcuni adorano questa situazione, mentre altri non la sopportano: visite obbligate, sorrisi di circostanza, generosità forzata.

Quindi, che fare? Innanzitutto ricordare che la famiglia perfetta non esiste: i momenti di tensione, quando si passa tanto tempo insieme, sono normali. Possono riaffiorare invidie, gelosie, ricordi legati al passato. E difficilmente le dinamiche familiari che causano queste tensioni si possono modificare proprio durante le festività. Quindi, anche qui, non resta che “prenderla con filosofia”. Certo, non dobbiamo abbassare la testa e mandar giù ogni scorrettezza e ogni battutina fuori luogo, ma è giusto che ci sentiamo in diritto di far notare con garbo e tranquillità cosa non ci va. Certo, la capacità di discutere in maniera costruttiva e assertiva è una dote che va coltivata: anche questo potrebbe essere un buon proposito per l’anno nuovo!

Un consiglio per gli addetti ai fornelli: se ospitate tutti i parenti a casa vostra, evitate di strafare. È chiaro che vogliate fare bella figura, ma non rovinatevi la festa per questo. Piuttosto, dedicate i giorni precedenti all'”invasione” a studiare il menù: piatti semplici che possono essere facilmente riscaldati senza perdere sapore, oppure i classici “lo metto in forno e me lo dimentico”. Altrimenti rischierete di organizzare una serata impeccabile, che però non vi godrete affatto.

PRANZI, CENE, MERENDE, APERITIVI…

Sono uno stress? Per alcuni sì. Sicuramente, lo sono per il nostro corpo. Un detto recita “non si ingrassa tra Natale e Capodanno, ma tra Capodanno e Natale”: vale a dire che non è una settimana di stravizi a rovinare la nostra linea, bensì il comportamento alimentare abituale che abbiamo nel corso di tutto l’anno. Ciò è senza dubbio vero, ma bisogna comunque prestare attenzione a non esagerare.

Inoltre, nei momenti di nervosismo c’è chi tende a buttarsi sul cibo. Cercate di osservare il vostro comportamento e di capire se avete  veramente fame o se, per esempio, vi siete attaccati al buffet per sfuggire al clima che si sta creando in casa. In questo caso, provate a trovate una soluzione alternativa. Per esempio, potreste proporre un gioco di società che stemperi le tensioni.

Infine ricordate: se decidete di concedervi qualche “peccato di gola”, “peccate con gioia”! Non c’è nulla di peggio che provare un senso di colpa per quanto si è mangiato.

L’ALLEGRIA OBBLIGATA 

Il Natale arriva per tutti, anche per chi è triste: talvolta capita di esserlo, ed è assolutamente normale, anche se il nostro modello culturale ci vuole sempre in forma, curati, dinamici, ottimisti, e quasi esclude la possibilità di provare tristezza, soprattutto a Natale. In un periodo dell’anno in cui si vede tanta gioia per le strade, chi è triste può sentirsi ancora più diverso, più isolato. Immaginate cosa possa voler dire per chi soffre di depressione.

Se siete in questa situazione, coglietela come un’opportunità di riflessione: chi vi garantisce che tutta la gioia che vedete in giro sia autentica? Magari chi corre freneticamente da un negozio all’altro, chi passa giornate intere a cucinare, o è sballottato tra un pranzo coi colleghi e uno coi parenti, in realtà si sente a sua volta stressato, triste, e magari solo, “condannato” ad apparire felice. Per sentirsi soli infatti non è necessario esserlo realmente. Si può essere circondati da persone senza tuttavia sentirsi compresi, accettati, capiti.

Potreste parlare di questo malessere con una persona di fiducia, e chiederle di trascorrere con voi un Natale diverso dal solito, senza la gabbia delle convenzioni sociali: per esempio, perché non mangiare un panino in un fast-food e poi andare al cinema, se è questo che vi fa piacere?

Sperando di avervi dato qualche spunto utile, vi ricordo, come sempre, che se avete idee e commenti potete lasciarmeli qui o sulla mia pagina Facebook.

Dopo questo articolo mi prenderò qualche settimana di pausa, il blog tornerà attivo a gennaio. Intanto auguro a tutti, di tutto cuore, serene festività! A presto!

(Photo via Daily Mail)

Mobbing: quando il bullismo continua tra adulti

Uno dei miei ultimi post riguardava il bullismo. Su Facebook ho ricevuto un’osservazione molto interessante, sul fatto che il bullismo non esiste solo tra i ragazzi, ma anche tra adulti, soprattutto sul luogo di lavoro.

È assolutamente vero: in questo secondo caso si parla di “mobbing”, ma l’essenza è la stessa, tanto che nei paesi anglosassoni viene chiamato anche workplace bullying (bullismo sul lavoro).

Il mobbing riguarda tutti quei comportamenti messi in atto sul luogo di lavoro allo scopo di emarginare e allontanare un lavoratore. Demansionamento (sempre apparentemente giustificato con esigenze aziendali), negazione di permessi dovuti per contratto, invio di frequenti visite fiscali in caso di malattia, comportamento ostile (vengono tolti strumenti utili al lavoro, come l’accesso a un server, una password, o anche sottratti oggetti di poco conto, come penne ed evidenziatori dalla scrivania). Proprio come per il bullismo, è possibile anche un mobbing indiretto, attuato con la diffusione di maldicenze e calunnie, sia in ambito lavorativo che personale. Non è infrequente nemmeno la molestia sessuale, sia verbale che fisica.

Come nel caso del bullismo, questi comportamenti per essere definiti mobbing devono essere sistematici, ripetuti nel tempo, e sempre rivolti verso una vittima.

Ci sono tre forme principali di mobbing:

  • Il mobbing verticale (o bossing) consiste negli abusi e nelle vessazioni perpetrati ai danni di uno o più dipendenti da parte di un superiore, spesso con lo scopo di indurre la vittima ad abbandonare il lavoro, senza dover ricorrere al licenziamento.
  • Il mobbing orizzontale, che è messo in atto da uno o più colleghi nei confronti di un altro, è finalizzato a rovinare la reputazione di una persona mettendo in crisi la sua posizione lavorativa, oppure a farla sentire così stremata che abbandonerà spontaneamente il posto.
  • Il mobbing dal basso (low mobbing), molto meno diffuso, consiste in una serie di azioni che mirano a screditare le figure di spicco aziendali, per motivi talvolta futili, come l’invidia per la posizione raggiunta, oppure in momenti di crisi dell’azienda, quando il capo è considerato “il colpevole”.

Le conseguenze psicologiche

La patologia più frequentemente associata al mobbing è il disturbo dell’adattamento, che si accompagna a una variegata sintomatologia ansioso-depressiva.

Può configurarsi anche un disturbo post traumatico da stress, che può associarsi ad ansia, attacchi di panico, depressione, perdita d’autostima, isolamento sociale, ma anche a sintomi fisici come insonnia, cefalea, gastrite e dermatite.

La denuncia

Denunciare questi comportamenti è difficile, perché servono delle prove che chi mobbizza, proprio come i bulli, fa ben attenzione a non lasciare.

Sono necessarie anche testimonianze, che spesso i colleghi non vogliono rilasciare, o perché a loro volta impauriti (nel caso del bossing), o perché sono proprio loro nella posizione di colpevoli o complici (nel caso del mobbing orizzontale).

Per quanto concerne la documentazione medica, infine, sono importantissime le certificazioni sanitarie, i referti degli esami clinici effettuati, nonché la perizia redatta da uno specialista (psichiatra o psicologo) con indicazione dell’incidenza della patologia sulla capacità psico-fisica del lavoratore (il cosiddetto “danno biologico”).

Documentandomi online, ho trovato un’interessante raccolta di sentenze riguardo al mobbing, utile a tutti coloro che stanno valutando se rivolgersi a un avvocato.

Il tema è delicato, e sono necessari sia periti psicologi esperti nel danno da mobbing, sia avvocati con esperienza in questo tipo di cause, e spesso non si sa a chi rivolgersi.

A Torino, opera da più di 15 anni l’Associazione Risorsa onlus, composta da volontari impegnati ad aiutare chi vive il disagio nel mondo del lavoro e a contrastare gli effetti del mobbing sull’individuo e sulla collettività. Se volete un appuntamento con lo Sportello di ascolto e orientamento, potete telefonare allo 011.5817810.

(Image by Ohmydearlife on Pixabay)

I regali del 2015 a psicologia e neuroscienze

L’anno appena passato è stato ricco di scoperte in materia di neuroscienze. Carolyn Gregoire sull’Huffington Post, ripresa e tradotta da Simone Valesini su Wired Italia, pubblicano un’interessante rassegna delle 8 principali scoperte effettuate da neuroscienziati e psicologi nel 2015.

  1. Cosa succede al nostro cervello con un uso eccessivo dello smartphone?
  2. Le droghe psichedeliche (LSD, MDMA) possono avere indicazioni terapeutiche sotto il controllo medico?
  3. Lo smog fa sicuramente male alla nostra pelle, e ai nostri polmoni. Ma che dire del nostro cervello?
  4. Lo sapevate che c’è un sistema linfatico nel cervello?
  5. Cancellare selettivamente alcuni ricordi è possibile, o è materia da film di fantascienza?
  6. Passeggiare all’aperto migliora l’umore, riduce l’impulsività, allunga la nostra percezione soggettiva dello scorrere del tempo. Solo buon senso comune o risultato di studi di prevenzione?
  7. In che modo la nostra alimentazione influenza il funzionamento del nostro cervello e quindi la nostra personalità?
  8. Qual è il legame tra quantità e qualità del sonno e intelligenza emotiva?

Tutte le risposte ai link sopra indicati!

Con i miei migliori auguri di un sereno ed emozionante 2016.

 

10 settembre 2014 – 50 anni di Telefono Amico

Un giorno particolare, il 10 settembre, e un anno speciale, il 2014.
In quel giorno infatti ricorre la Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio, e nel 2014 l’Associazione Telefono Amico Italia compie 50 anni. Mezzo secolo di attività sul fronte del contrasto alla solitudine e dell’ascolto di quanti vivono momenti di disagio e difficoltà.

In occasione di questo importante traguardo, l’Associazione organizza una Tavola Rotonda per riflettere, con l’aiuto di esperti, sul tema della prevenzione al suicidio da un punto di vista sociale.
L’appuntamento è il 10 settembre alle ore 18.00, presso lo Spazio Incontri della Regione Piemonte, in corso Stati Uniti 23 a Torino.
L’obiettivo è sensibilizzare sull’importanza della prevenzione, delle relazioni amicali e del contributo che ciascuno può dare nel relazionarsi con gli altri.
Sono stati invitati a confrontarsi Raffaella Vitale, Direzione regionale politiche sociali e politiche per la famiglia, Paolo Griseri, giornalista di Repubblica, Alessandro Meluzzi, psicologo, narratore e docente universitario, Roberto Cardaci, sociologo, e Pierluigi Dovis, Direttore della Caritas regionale.

L’incontro rientra nel Progetto “1964-2014. A friend for life”, ampia serie di iniziative realizzate da Telefono Amico in occasione del cinquantenario, che si concluderanno il 22 dicembre di quest’anno. Un percorso fatto di incontri, stand in piazza e molto altro per promuovere la cultura dell’ascolto e coinvolgere il pubblico nell’instancabile attività dei volontari, che in questo mezzo secolo hanno risposto ad oltre 1.500.000 telefonate.

Per approfondimenti sul progetto cliccate qui.
Per il calendario completo degli appuntamenti cliccate qui.

Potete seguire Telefono Amico su FacebookTwitter, e YouTube.

In Piemonte la Settimana del Benessere Psicologico diventa il Mese del Benessere Psicologico!

Rieccomi con la consueta rubrica riguardante le iniziative gratuite di divulgazione psicologica e consulenza! Anche quest’anno l’Ordine degli Psicologi del Piemonte apre le porte ai cittadini, ma questa volta organizzando il Mese del Benessere Psicologico.

Dal 9 NOVEMBRE al 30 novembre 2013
STUDI APERTI e INCONTRI rivolti al pubblico

Un mese in cui i cittadini del Piemonte hanno l’opportunità di un confronto gratuito con uno Psicologo: sull’intero territorio regionale infatti oltre 1.000 professionisti aprono i propri studi a chiunque desideri avere un consulto, un primo momento di incontro e confronto.
Psicologi competenti in una o più aree della disciplina – dall’individuo alla famiglia, dalla coppia alla genitorialità, dagli adolescenti agli anziani – sono a disposizione di chi desideri ricercare il proprio benessere percorrendo questa preziosa strada interiore.

Il Mese del Benessere Psicologico propone inoltre numerosi eventi aperti al pubblico, organizzati nelle diverse città della Regione, su temi di interesse comune: ansia, disturbi alimentari, angoscia dovuta alla perdita del lavoro e alla precarietà, problemi psicosomatici, sessualità, rapporto con i figli, difficoltà nell’apprendimento, lutto, malattia, esigenze degli anziani, aggressività tra ragazzi e sulle donne.
Un analogo calendario di incontri è stato predisposto specificatamente per le scuole del territorio, coinvolgendo docenti, ragazzi e familiari. 

Ecco l’ELENCO DEGLI PSICOLOGI CHE OFFRONO LA CONSULENZA GRATUITA (suddivisi per CAP):

Torino
provincia Torino
Alessandria e provincia
Asti e provincia
Biella e provincia
Cuneo e provincia
Novara e provincia
Verbania e provincia
Vercelli e provincia

CALENDARIO DEGLI EVENTI:

Eventi rivolti ai cittadini

CALENDARIO DEGLI EVENTI NELLE SCUOLE:

Progetti Scuole

Vi ricordo infine che, come ogni anno, il mio studio aderisce all’iniziativa offrendo un colloquio gratuito a tutti i cittadini interessati. Per appuntamenti: 340.59.64.951.

 

(Image by Gerd Altmann from Pixabay)

Ottobre 2013: Mese del Benessere Psicologico SIPAP

Come sapete, cerco sempre di tenervi aggiornati sulle iniziative di divulgazione psicologica, prevenzione e promozione della salute attive in tutta Italia, soprattutto se gratuite.

Oggi vi segnalo un’interessante iniziativa della SIPAP, Società Italiana Psicologi Area Professionale:  il Mese del Benessere Psicologico.

Si tratta di una campagna di sensibilizzazione e promozione della cultura del benessere, che punta a migliorare la qualità della vita.

Il Mese del Benessere Psicologico è realizzato grazie alla disponibilità di psicologi liberi professionisti che offrono consulenze e seminari gratuiti.

L’iniziativa nasce con molteplici obiettivi :

  • Promuovere il Benessere Psicologico come valore fondante e ideale della qualità di vita di ciascuna persona, come fattore di crescita personale e di mantenimento dell’equilibrio dell’esistenza personale e sociale;
  • Informare sul ruolo dello psicologo e sulle sue funzioni nonché sull’esistenza di centri e studi  sul territorio che erogano servizi clinici e di consulenza;
  • Far conoscere il panorama delle professionalità che ruotano attorno al mondo della psicologia, per sapere, a seconda dei casi, a chi sarebbe più opportuno rivolgersi (psichiatra, neurologo, assistente sociale, ecc).

Quest’anno il Mese del Benessere Psicologico della SIPAP è attivo in sette Regioni: Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche, LazioContinua a leggere Ottobre 2013: Mese del Benessere Psicologico SIPAP

21 – 22 Settembre 2013: Festival della Psicologia di Bollate (MI)

Il 21 e 22 settembre 2013, a Palazzo Seccoborella, sede della Biblioteca Comunale di Bollate, parte l’edizione zero del Festival della Psicologia, patrocinato dall’Assessorato alla Cultura e organizzato dal portale psicologiadicoppia.com.

Bollate, già nota per il Festival di Villa Arconati e per il Festival della Filosofia, accoglie quest’anno un evento gratuito ed aperto a tutti, con l’obiettivo di parlare di legami, sessualità, disturbi dell’apprendimento, obesità, adolescenza, sonno, capricci, stress… e molto altro ancora! Ecco il programma completo:

Sabato 21 settembre
Sala conferenze della Biblioteca Comunale di Bollate

ore 15.00 – Saluto della Autorità e inaugurazione del Festival con Rossella Calabrò, autrice rivelazione del 2012 con i bestseller “Cinquanta sbavature di Gigio” e “Cinquanta smagliature di Gina” e blogger di successo con il blog delle matrigne

Ore 16.00 – Partner indecisi o partner narcisi? Quando l’amore non fa miracoli

dr.ssa Lara Franzoni

Ore 16.30 – Il sesso in terza età: ottimo e abbondante. E perché no?
dr.ssa Guendalina Losi

Ore 17.30 – La coppia senza nome: il legame dopo una cerebrolesione acquisita o una diagnosi di demenza
dr.ssa Claudia Maggio

Ore 18.30 – Paura di guidare e non solo: come vincere le paure dei mezzi con la psicologia, attraverso il trattamento EMDR
dr.ssa Raffaella Zanaschi con dr.ssa Susanna Lupo

Domenica 22 settembre 
Sala conferenze della Biblioteca Comunale di Bollate

Ore 10.00 – La malattia oncologica oltre la crisi: dal sintomo alla progettualità
dr. Marco Bosisio

Ore 11.00 – Esistono le malattie psicosomatiche?
dr. Emanuele Castello

Ore 14.00 – Quando mamma e papà si separano. Come parlare di separazione ai figli?
dr.ssa Annabel Sarpato e dr.ssa Alessandra Cornale

Ore 15.00 – Quando i bambini fanno i capricci
dr.ssa Sara Gentilesca

Ore 16.00 – Mamma che fatica… leggere!
dr.ssa Valentina Salvò e dr.ssa Evelina Lazzati

Ore 17.00 – Gli adolescenti e il sesso. E chi glielo spiega?
dr.ssa Guendalina Losi

Ore 18.00 – Adolescenti in crisi – genitori in difficoltà
dr.ssa Raffaella Zanaschi

Contemporaneamente, nell’emeroteca della Biblioteca Comunale di Bollate si terranno i laboratori:

Ore 10.00 – Riconoscere la depressione in 3 passi
dr.ssa Lara Franzoni

Ore 11.00 – L’esperienza emotiva della malattia oncologica
dr. Marco Bosisio

Ore 14.00 – Assertività e cibo. Se parlo, non mangio 
Equipe Psicologia del Centro Corte della Salute

Ore 15.00 – Nanna dei bambini e ritmi familiari 
dr.ssa Elena Zauli

Ore 16.00 – Imparare a gestire lo stress e le emozioni con le tecniche di rilassamento
dr.ssa Sara Gentilesca

Ore 17.00 – C’era una volta un bambino che trovò la sua storia… 
dr.ssa Baldon Egle e dr.ssa Manfrin Silvia 

Ore 18.00 – Come cambia la sessualità dopo la nascita di un figlio
dr.ssa Elena Zauli

Per informazioni e iscrizioni ai laboratori: festivalpsicologia@gmail.com, tel. 340.12.29.738

 

 

(Image by Gerd Altmann from Pixabay)