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#RestiamoACasa | Episodio 5 | Facciamoci bell*

Abbiamo già lavato le tende, i vetri, i rivestimenti del divano.

Fatto la pizza, le tagliatelle, gli gnocchi.

Oppure non riusciamo nemmeno a respirare facendo lo slalom tra smartworking e bimbi da accudire.

O forse tutte queste le cose insieme.

A meno che non dobbiamo recarci fisicamente sul luogo di lavoro, molto probabilmente stiamo vivendo in tuta, se non addirittura in pigiama. Le situazioni ovviamente sono molte e diverse. L’allenatore sportivo che già viveva le sue giornate in tuta non ha cambiato poi molto. Chi era abituato ad andare in ufficio in giacca e cravatta sì.

Intendiamoci: alcune libertà che questa situazione ci concede sono positive: meno costretti da obblighi sociali, come la cravatta per gli uomini, il trucco per le donne, possiamo sentirci più liberi di stare comodi.

Qual è però il rischio di questa situazione?

Che si finisca col non prendersi più nessuna cura di sé, “tanto nessuno mi vede, tanto non esco mai…”

Quando il nostro morale è giù, generalmente non abbiamo voglia di prenderci cura di noi, in senso fisico e anche prettamente estetico. Allo stesso modo, il non prenderci cura di noi, anche per circostanze esterne che oggettivamente ci limitano, può a sua volta peggiorare il nostro umore.

Se per esempio prima dell’emergenza mi truccavo tutti i giorni prima di uscire, e ora non ne vedo più il senso, questo può essere un problema.

Per molte persone che soffrono di depressione, l’impegno quotidiano del lavoro è un importante fattore che dà motivazione: sia perché ogni lavoro ha le sue specifiche mansioni da svolgere, che richiedono competenza e concentrazione, sia perché il lavoro richiede di uscire di casa, di avere contatto sociale, e questo stimola a prendersi cura del proprio aspetto fisico.

Tornando all’esempio del trucco, se quel piccolo gesto mattutino mi faceva sentire più bella, mi dava il buon umore… perché privarmene?

Si è tanto ironizzato sulla chiusura dei centri estetici e dei parrucchieri, a volte con meme simpatici, ma a volte anche con toni sprezzanti.

Invece la cura di sé è molto importante, in questo momento più che mai, per evitare che il morale precipiti. Certamente è giusto che questi esercizi professionali restino chiusi, perché per loro è impossibile mantenere una distanza di sicurezza coi clienti. Molte estetiste però hanno iniziato a produrre contenuti social per la propria clientela: tutorial, consigli sui prodotti da usare a casa, post in cui raccontano che stanno continuando a formarsi online…

Tutto questo è preziosissimo, perché oltre a sostenere le persone a prendersi cura di sé, favorisce il senso di comunità, di vicinanza, fa sentire tutti meno soli.

In conclusione, cosa vi consiglio per farvi bell*?

  • Al mattino continuate a mantenere la vostra routine: la doccia, i prodotti di self care a cui siete affezionati (creme, profumi).
  • Vestitevi in un modo che vi piaccia: un abbigliamento da ufficio è eccessivo se dovete stare in casa, ma provate a sperimentare un abbigliamento comodo ma che comunque vi faccia sentire bene.
  • Potete anche sperimentare nuovi look: volete farvi crescere la barba? Se prima mal sopportavate di farvela, ben venga! Volete provare a truccarvi di meno, di più, o diversamente? È il vostro momento!
  • Se avete il tempo, potreste provare anche a introdurre una routine in più: ad esempio un prodotto per la cura dei capelli che avreste sempre voluto provare ma richiedeva una posa troppo lunga, 10 minuti di ginnastica, o di meditazione.

Spero come sempre di avervi dato qualche utile spunto di riflessione e qualche idea su come vivere al meglio questo periodo così eccezionale.
Se avete idee su altri argomenti che vorreste vedere trattati in questi giorni, lasciatemi un commento. 

Photo by Adrian Motroc on Unsplash

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To-do list o… to-be list? Consigli pratici e riflessioni

Il titolo suona un po’ come il “to be or not to be?” (“essere o non essere?”) dell’Amleto di Shakespeare,  ma tranquilli: il mio post ha un tema molto più leggero e propositivo: riguarda quelle liste che possono aiutarci nella nostra produttività e crescita personale.

Tempo fa vi ho parlato della to-do list, la lista delle cose da fare. Se vi siete persi il post, vi consiglio di recuperarlo perché contiene tanti piccoli consigli pratici da cui partire per organizzare le proprie giornate. Come dico sempre, quando si vuole cambiare qualcosa, l’essenziale è proprio partire.

Però… non dobbiamo farci prendere la mano! In che senso?

Tutti noi abbiamo impegni e scadenze, e il nostro cervello è abile (e allenato, sin dall’infanzia) a pianificare, memorizzare, calcolare. Ed è assolutamente utile e funzionale che noi ci diamo da fare per raggiungere degli obiettivi, che siano a brevissimo termine (portare fuori la spazzatura) o a lungo termine (comprare casa).

Generalmente però, se ci pensiamo bene, la gran parte degli obiettivi che ci diamo sono cose da fare per avere. Lavorare per avere soldi per comprare beni: alcuni indispensabili, come il cibo, ma tanti davvero superflui, come l’ultimissimo modello di cellulare quando il vecchio funziona ancora alla perfezione.

Ma una volta fatte le mille cose che ci sono da fare, sappiamo chi siamo noi? Siamo la persona che vorremmo essere?

Ebbene, per aiutarci in questo obiettivo, ancora più ambizioso, possiamo utilizzare una sorta di to-be list, la lista delle cose da essere. In che senso? C’è qualcosa che possiamo fare per essere?

Innanzitutto, partiamo proprio col domandarci: che tipo di persona voglio essere?

Una persona più informata? Allora devo ritagliarmi ogni giorno del tempo per vedere un TG, o leggere le news online, meglio se da più fonti. Oppure leggere libri riguardanti gli argomenti che mi interessano. Questo va nella mia to-be list.

Allegra? Non si può essere sempre felici, crederlo è una grande trappola, magari ve ne parlerò più approfonditamente in futuro. Ma se sento che nella mia vita manca completamente la gioia, posso sicuramente fare qualcosa per rimediare. Devo ritagliarmi un momento nella settimana solo per me, uno spazio “di gioco”. Chiedermi: cosa mi potrebbe rendere felice? Un corso di pittura, di fotografia? Andare più spesso al cinema, a teatro? Sono anche queste cose da fare, ma da fare per la mia crescita personale.

In forma e in salute? Se ho qualche problema che trascuro da un po’, allora devo innanzitutto consultare un medico, o un nutrizionista, fare le analisi che mi prescriverà, e poi magari fare un po’ di esercizio ogni giorno, o seguire una dieta. Nel 2014 Il New York Times scriveva che bastano 7 minuti al giorno per rimettersi in forma: da allora, sono state create decine di app e pubblicati moltissimi video di workout su youtube, della durata proprio di 7 minuti. Un ottimo esempio di come si possa introdurre un grande cambiamento a piccolissimi passi.

Autentica, in contatto con le proprie emozioni? Potrei valutare di rivolgermi a uno psicoterapeuta. Non perché abbia necessariamente un sintomo, o un disturbo, ma per conoscere meglio il mio funzionamento e, se possibile, migliorarmi.

Consapevole, presente, in contatto con me stessa? Posso dedicarmi coltivare quel particolare tipo di attenzione non giudicante che si coltiva con la meditazione. Devo coltivare la pratica, però, perché conoscere la teoria non basta. Possono bastare 5 minuti al giorno, ma è necessario avere il giusto atteggiamento mentale. Per questo, nonostante esistano tante app anche per meditare, io consiglio sempre di iniziare frequentando un centro dove un maestro (e una comunità) possano aiutarci a iniziare con lo spirito giusto.

E voi, che tipo di persona vorreste essere? Se vi va, potete condividere la vostra to-be list!

(Photo by Alexas_Fotos from Pixabay)

Piccola guida per sopravvivere al Black Friday

Il Black Friday è il venerdì successivo al Giorno del Ringraziamento e tradizionalmente negli Stati Uniti  dà inizio alla stagione degli acquisti natalizi. Quest’anno – come immagino saprete già tutti – sarà il 29 novembre. Sapete perché è detto black, cioè nero? Per descrivere il traffico delirante per le strade. E sapete che spesso negli Stati Uniti si verificano vere e proprie risse nei negozi, episodi di violenza e talvolta omicidi? (Qui qualche statistica) .

Oggi, grazie all’e-commerce, le ore che si trascorrono nel traffico e lo stress della ricerca all’interno dei centri commerciali sono minori, e inoltre gli sconti online permettono anche a noi europei di approfittarne, visto che in Italia la normativa sui saldi in negozio è molto rigida (negli ultimi anni qualcosa sta cambiando ma la situazione non è ancora definita).

La giornata, poi, negli anni si è ampliata, fino a includere l’intera settimana (si parla spesso di Black Week), e anche il lunedì successivo: il Cyber Monday dedicato agli articoli tecnologici.

Sembra tutto positivo, no? Maggiori guadagni per i commercianti, con una situazione che si sta sbloccando anche in Italia, più comodità e meno stress per chi acquista… Allora perché un titolo così? Da cosa dovremmo “sopravvivere”?

Sia chiaro: non sono contraria ai saldi, in nessuna forma. Se mi serve una cosa, e posso pagarla un po’ meno, perché non approfittarne?

Il punto è: mi serve davvero quella cosa?

Credo che al giorno d’oggi non possiamo più fare a meno di domandarcelo, per due motivi.

Il primo è che ogni acquisto ha un impatto ambientale che spesso trascuriamo. Noi non ci mettiamo in macchina per raggiungere il negozio, ma le merci in qualche modo devono giungere nelle nostre case. Se vi interessa un approfondimento, vi lascio il link a un interessante articolo di Wired. Per citarvi due dati contenuti nell’articolo, si calcola che nel 2018, nel solo Regno Unito, circa 82.000 furgoni – la maggior parte dei quali diesel – si siano messi in viaggio nel periodo del Black Friday e che, nelle ore di punta, un camion partisse dai magazzini di Amazon ogni 93 secondi.

Il secondo motivo, che rientra nel mio ambito di competenza, è legato ai risvolti psicologici del consumismo. Comprare oggetti ci rende davvero felici?

I tempi cambiano, e nessuno dice che dobbiamo vivere come monaci zen. Ad esempio, per me il computer da cui vi sto scrivendo oggi è un oggetto del quale non posso fare a meno, mentre solo negli anni ’80 avere un computer a casa era un lusso.

Non c’è nulla di male nel comprare. Quello che costituisce una vera trappola è il comprare non consapevole, impulsivo, talvolta compulsivo. Il comprare perché è quello che in qualche modo sentiamo di dover fare, come se qualcuno se l’aspettasse da noi, come se fosse ovviamente la cosa giusta.

La pubblicità funziona così: ci rende infelici, insoddisfatti, e ci racconta che se solo avessimo il vestito di quella modella, allora sì che saremmo belle. Se solo avessimo quell’auto, allora sì che tutti vedrebbero che siamo persone di successo. Se solo avessimo quello smartphone, allora sì che saremmo produttivi sul lavoro. Se solo avessimo quel salotto, allora anche la nostra famiglia sarebbe allegra e sorridente attorno al tavolino, a fare attività creative insieme anziché a guardare la TV.

Il marketing ha armi potentissime già di suo. Anche perché, dopo un acquisto, nel nostro cervello c’è un immediato rilascio di dopamina che dà uno stato di piacere, soddisfazione, appagamento… saremmo quasi tentati di descriverla come felicità. Il problema è che lo stato è transitorio, e a quel punto noi vogliamo di nuovo la nostra dose di felicità.

Tutto ciò è ulteriormente amplificato in periodo di Black Friday e saldi in generale, perché il modo di ottenere questa felicità ci sembra più economico, e l’idea di risparmiare dà un’ulteriore soddisfazione. Quante volte abbiamo fatto un acquisto impulsivamente, allettati dal prezzo, e ce ne siamo poi pentiti? Costa la metà, quindi è un affare! Costava 100 euro, ne ho risparmiati 50! Beh, in realtà, se quella cosa non mi serviva, ne ho buttati 50.

Cosa fare, quindi? Il percorso migliore per diventare più consapevoli è veramente personale. Iniziare dalle proprie abitudini di acquisto può essere un’ottima idea.

Per iniziare, vi consiglio la visione del documentario di Matt D’Avella “Minimalism: A Documentary About the Important Things”. È del 2016, ed è disponibile su Netflix. Racconta il passaggio ad uno stile di vita minimalista da parte di Joshua Fields Millburn e Ryan Nicodemus, due colleghi in una grande azienda che per motivi personali diversi si sono trovati a dover mettere in discussione le fondamenta di ciò che giudicavano una vita perfettamente appagante. Buona visione!

 

(Image by Wokandapix from Pixabay)

“Alike” – Un corto incantevole, sul colore della vita

Perché spesso la vita ci toglie colore, o meglio, ci lasciamo noi stessi scolorire?

Il contatto coi bimbi (o l’abbraccio dei genitori, per i piccoli), con l’arte e con la natura sono tre degli antidoti più potenti contro una vita grigia!

Tutto ciò nel bellissimo corto di Daniel Martínez Lara e Rafa Cano Méndez, “Alike”.

“Momenti di Felicità”, il Festival della Psicologia piemontese, il 27 e 28 giugno 2015

Rieccomi a segnalarvi iniziative gratuite di divulgazione psicologica!

Questa volta si tratta della prima edizione del Festival della Psicologia piemontese, dal titolo “Momenti di Felicità”, che si terrà a Torino e in alcune province il 27 e 28 giugno.

Lo scopo di questa iniziativa è diffondere la cultura psicologica e sensibilizzare la popolazione sulle tematiche inerenti il benessere.

I due giorni di Festival saranno caratterizzati da iniziative culturali, momenti ludici, di aggregazione e di intrattenimento, piccoli laboratori e dibattiti aperti a tutti.

I momenti di felicità iniziano da subito, online, attraverso il sito e la pagina Facebook. Potrete registrarvi al sito attraverso il vostro account di Facebook e partecipare ai contest: “Felicità tra le righe”, “La Felicità fa Click” e “La Ricetta della Felicità” (qui il regolamento dei concorsi). Per i vincitori delle tre sezioni sono previsti dei premi in libri, corsi di cucina e tecnologia.

Il sito, creato per la manifestazione, durante il resto dell’anno diventerà un contenitore rivolto alla cittadinanza, nel quale confluiranno notizie e articoli divulgativi.

Se siete curiosi, potete iniziare a guardare questo video, a cui ne seguiranno altri…

Per rimanere aggiornati sul Festival:
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(Image by Gerd Altmann from Pixabay)

Una libreria al posto delle slot machine

Azzurra gestisce un bar a Viareggio, e aveva un sogno, molto semplice: eliminare le slot machine dal locale per fare posto ad un angolo biblioteca, dove la gente potesse consultare liberamente i testi, prenderli in prestito, e scambiarli con altri che prendevano polvere a casa.

Azzurra ce l’ha fatta! In questa intervista al TgT racconta – emozionatissima – la sua storia.

Azzurra si era accorta che le slot portavano malessere, e spera invece, così, di contribuire a rendere la gente un po’ più felice.

 

(Photo by kazuend on Unsplash)

Oggi parliamo d’amore…

Domani, per chi non se ne fosse accorto, è San Valentino.
Visto che agli innamorati parlano tutti, ho pensato di parlare ai single.

 

Al di là del fatto che festeggiare San Valentino è spesso considerato un atto consumistico, un po’ cafone, scontato, non spontaneo e non romantico… è pur vero che la maggior parte di coloro che affermano ciò lo fanno per spirito radical chic, quando non per invidia.
Qual è il “problema”? Perché non si può lasciare che chi vuole festeggi, e chi non vuole non festeggi, senza trasformare quella che dovrebbe essere la festa degli innamorati in un’ennesima occasione per tirare fuori rabbia e aggressività?  Continua a leggere Oggi parliamo d’amore…

Ottobre 2013: Mese del Benessere Psicologico SIPAP

Come sapete, cerco sempre di tenervi aggiornati sulle iniziative di divulgazione psicologica, prevenzione e promozione della salute attive in tutta Italia, soprattutto se gratuite.

Oggi vi segnalo un’interessante iniziativa della SIPAP, Società Italiana Psicologi Area Professionale:  il Mese del Benessere Psicologico.

Si tratta di una campagna di sensibilizzazione e promozione della cultura del benessere, che punta a migliorare la qualità della vita.

Il Mese del Benessere Psicologico è realizzato grazie alla disponibilità di psicologi liberi professionisti che offrono consulenze e seminari gratuiti.

L’iniziativa nasce con molteplici obiettivi :

  • Promuovere il Benessere Psicologico come valore fondante e ideale della qualità di vita di ciascuna persona, come fattore di crescita personale e di mantenimento dell’equilibrio dell’esistenza personale e sociale;
  • Informare sul ruolo dello psicologo e sulle sue funzioni nonché sull’esistenza di centri e studi  sul territorio che erogano servizi clinici e di consulenza;
  • Far conoscere il panorama delle professionalità che ruotano attorno al mondo della psicologia, per sapere, a seconda dei casi, a chi sarebbe più opportuno rivolgersi (psichiatra, neurologo, assistente sociale, ecc).

Quest’anno il Mese del Benessere Psicologico della SIPAP è attivo in sette Regioni: Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche, LazioContinua a leggere Ottobre 2013: Mese del Benessere Psicologico SIPAP

Usare Facebook rende infelici? La ricerca sembra dirci di sì…

Sul numero di oggi dell’Economist è apparso un interessante articolo, il cui titolo, tradotto, suona più o meno così: “Facebook nuoce alla salute – Fatevi una vita! – L’uso dei social network sembra rendere le persone più infelici”.

Uno studio appena pubblicato dalla Public Library of Science, condotto da Ethan Kross (University of Michigan) e Philippe Verduyn (Università di Leuven, Belgio) ha mostrato che più si usa facebook, più si è insoddisfatti della propria vita.

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Studi precedenti avevano dimostrato che l’uso di Facebook è associato a gelosia, tensione sociale, isolamento, depressione.
Questi studi però erano tutti trasversali, cioè fotografavano la situazione in un momento preciso. Il rischio di questo tipo di studi è quello di non poter distinguere causa ed effetto: chi si sente depresso passa più tempo su internet, o passare più tempo su internet rende infelici?  Continua a leggere Usare Facebook rende infelici? La ricerca sembra dirci di sì…

Il Dalai Lama a Milano – La Via della Felicità Interiore

Sono lieta di annunciarvi che il XIV Dalai Lama, Tenzin Gyatso, leader spirituale del Tibet, sarà a Milano il 27 e 28 giugno 2012 per condividere i suoi preziosi insegnamenti.

Il 27 giugno, Sua Santità il Dalai Lama darà un insegnamento sul testo “I tre aspetti principali del sentiero” di Lama Tzong Khapa (filosofo e meditatore tibetano del XIV secolo), che presenta i punti principali del sentiero Buddhista Mahayana: la rinuncia alla sofferenza dell’esistenza condizionata, la mente altruistica dell’Illuminazione e la visione della natura ultima dei fenomeni. La mattina del 28 giugno, conferirà l’iniziazione di Avalokiteshvara il Buddha della compassione e nel pomeriggio terrà una conferenza pubblica: un appuntamento culturale e di esperienza pratica sulla vita, sul vivere e morire, su economia e altruismo, su potere e valori, su comunicazione, scuola, matrimonio, pazienza e libertà, fino al disarmo e alla compassione, all’amore, al senso di spontaneità e di gioia.
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