Archivi categoria: Psicologia della salute

Mobbing: quando il bullismo continua tra adulti

Uno dei miei ultimi post riguardava il bullismo. Su Facebook ho ricevuto un’osservazione molto interessante, sul fatto che il bullismo non esiste solo tra i ragazzi, ma anche tra adulti, soprattutto sul luogo di lavoro.

È assolutamente vero: in questo secondo caso si parla di “mobbing”, ma l’essenza è la stessa, tanto che nei paesi anglosassoni viene chiamato anche workplace bullying (bullismo sul lavoro).

Il mobbing riguarda tutti quei comportamenti messi in atto sul luogo di lavoro allo scopo di emarginare e allontanare un lavoratore. Demansionamento (sempre apparentemente giustificato con esigenze aziendali), negazione di permessi dovuti per contratto, invio di frequenti visite fiscali in caso di malattia, comportamento ostile (vengono tolti strumenti utili al lavoro, come l’accesso a un server, una password, o anche sottratti oggetti di poco conto, come penne ed evidenziatori dalla scrivania). Proprio come per il bullismo, è possibile anche un mobbing indiretto, attuato con la diffusione di maldicenze e calunnie, sia in ambito lavorativo che personale. Non è infrequente nemmeno la molestia sessuale, sia verbale che fisica.

Come nel caso del bullismo, questi comportamenti per essere definiti mobbing devono essere sistematici, ripetuti nel tempo, e sempre rivolti verso una vittima.

Ci sono tre forme principali di mobbing:

  • Il mobbing verticale (o bossing) consiste negli abusi e nelle vessazioni perpetrati ai danni di uno o più dipendenti da parte di un superiore, spesso con lo scopo di indurre la vittima ad abbandonare il lavoro, senza dover ricorrere al licenziamento.
  • Il mobbing orizzontale, che è messo in atto da uno o più colleghi nei confronti di un altro, è finalizzato a rovinare la reputazione di una persona mettendo in crisi la sua posizione lavorativa, oppure a farla sentire così stremata che abbandonerà spontaneamente il posto.
  • Il mobbing dal basso (low mobbing), molto meno diffuso, consiste in una serie di azioni che mirano a screditare le figure di spicco aziendali, per motivi talvolta futili, come l’invidia per la posizione raggiunta, oppure in momenti di crisi dell’azienda, quando il capo è considerato “il colpevole”.

Le conseguenze psicologiche

La patologia più frequentemente associata al mobbing è il disturbo dell’adattamento, che si accompagna a una variegata sintomatologia ansioso-depressiva.

Può configurarsi anche un disturbo post traumatico da stress, che può associarsi ad ansia, attacchi di panico, depressione, perdita d’autostima, isolamento sociale, ma anche a sintomi fisici come insonnia, cefalea, gastrite e dermatite.

La denuncia

Denunciare questi comportamenti è difficile, perché servono delle prove che chi mobbizza, proprio come i bulli, fa ben attenzione a non lasciare.

Sono necessarie anche testimonianze, che spesso i colleghi non vogliono rilasciare, o perché a loro volta impauriti (nel caso del bossing), o perché sono proprio loro nella posizione di colpevoli o complici (nel caso del mobbing orizzontale).

Per quanto concerne la documentazione medica, infine, sono importantissime le certificazioni sanitarie, i referti degli esami clinici effettuati, nonché la perizia redatta da uno specialista (psichiatra o psicologo) con indicazione dell’incidenza della patologia sulla capacità psico-fisica del lavoratore (il cosiddetto “danno biologico”).

Documentandomi online, ho trovato un’interessante raccolta di sentenze riguardo al mobbing, utile a tutti coloro che stanno valutando se rivolgersi a un avvocato.

Il tema è delicato, e sono necessari sia periti psicologi esperti nel danno da mobbing, sia avvocati con esperienza in questo tipo di cause, e spesso non si sa a chi rivolgersi.

A Torino, opera da più di 15 anni l’Associazione Risorsa onlus, composta da volontari impegnati ad aiutare chi vive il disagio nel mondo del lavoro e a contrastare gli effetti del mobbing sull’individuo e sulla collettività. Se volete un appuntamento con lo Sportello di ascolto e orientamento, potete telefonare allo 011.5817810.

(Image by Ohmydearlife on Pixabay)

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“Alike” – Un corto incantevole, sul colore della vita

Perché spesso la vita ci toglie colore, o meglio, ci lasciamo noi stessi scolorire?

Il contatto coi bimbi (o l’abbraccio dei genitori, per i piccoli), con l’arte e con la natura sono tre degli antidoti più potenti contro una vita grigia!

Tutto ciò nel bellissimo corto di Daniel Martínez Lara e Rafa Cano Méndez, “Alike”.

Fertility Day, riflessioni di una psicologa.

La notizia non è fresca, ma ho preferito riflettere prima di scrivere.

Non volevo scrivere presa dall’indignazione, perché, come un’enorme percentuale delle donne italiane, è questo quello che anche io ho provato di fronte alla campagna pubblicitaria sul Fertility Day.

Una campagna che si è dimostrata capace di ferire ogni tipo di donna: “giovane” (come recitano le ormai celebri cartoline) o “vecchia” (parola che viene sottintesa), fertile o sterile, occupata o disoccupata (con tutte le sfumature che esistono nel mezzo, quelle delle mille forme di lavoro precario), con un compagno o single, eterosessuale o omosessuale (perché ricordiamoci che esistono anche le coppie gay, e che loro, se anche volessero procreare, in Italia non possono). Si sono indignate molte donne per le quali un figlio non è semplicemente nei propri progetti di vita, ma anche molte madri.

Due considerazioni posso fare in quanto psicologa.

La prima riguarda la comunicazione. Non bastano una bella grafica e uno slogan accattivante (ammesso che quelli in questione lo siano). Questa è la forma. Ma il contenuto? Il contenuto è semplice: il Ministero della Salute sta dicendo alle cittadine italiane che vuole che la natalità aumenti. Prima di diffondere questo messaggio, non sarebbe utile chiedersi se lo Stato Italiano metta effettivamente le cittadine in condizione di avere uno o più figli, come molte di loro peraltro già desiderano? Se ci si fosse fermati un istante prima di diffondere la tanto contestata campagna, si sarebbe visto che lo Stato, ahimè, non attua nessuna politica di sostegno alla genitorialità che possa dirsi seria, strutturata e che non sia becero populismo estemporaneo.

La seconda considerazione riguarda l’intervista del Ministro Lorenzin al quotidiano La Stampa, rilasciata dopo che il polverone mediatico era stato sollevato, di cui cito qualche stralcio:

«Mi scusi, ma c’è scritto da qualche parte “Devi fare un bambino” o “devi partorire”? Distinguiamo l’aspetto sociologico da quello sanitario.»

«In Italia c’è un allarme demografico: se si continua così, si rischia la crescita zero nel 2050. E so che sul tema della natalità influiscono politiche del lavoro, fiscali, sociali. Ma io sono il ministro della Salute e mi occupo dell’aspetto sanitario.» 

Forse il Ministro della Salute non sa che anche in medicina si sta affermando, ormai da decenni, il paradigma biopsicosociale, un modello secondo il quale – in estrema sintesi – salute e malattia sono da intendersi appunto come il risultato di una complessa interazione di fattori biologici, psicologici e sociali.

Quindi, per un Ministro della Salute, parlare di politiche del lavoro, fiscali e sociali è assolutamente necessario, ma soprattutto è necessario progettarle in sinergia con gli altri Ministeri, vedendo il cittadino nella sua globalità. Ed è necessario anche comprendere le persone dal punto di vista psicologico. Quanto meno, non ideando campagne che le facciano sentire in colpa e inadeguate, producendo così, se possibile, un danno psicologico anziché un benessere.

Questo post non ha alcuna immagine correlata, perché ritengo che ormai le immagini pubblicitarie siano ampiamente note a tutti i lettori, e non desidero darvi ulteriore risonanza.

Training Autogeno al Castello di Sale

Mercoledì 13 Aprile 2016, ore 19.00

PROVA GRATUITA DI PRESENTAZIONE DEL CORSO DI TRAINING AUTOGENO

Presso il Castello di Sale, Via Carlo Tenivelli 3D, Torino

Lo stress: il grande nemico della nostra quotidianità. Il Training Autogeno può essere un ottimo strumento per contrastarlo, grazie ai suoi noti benefici su mente e corpo.

Rispetto ad altri corsi, questo presenta il grande vantaggio di aver luogo in una location assolutamente esclusiva: il Castello di Sale, centro di halotrattamento nelle cui stanze viene immesso un areosol di puro sale di halite (salgemma) certificato e controllato con un costante rinnovo dell’aria. Il sale fornisce un aiuto prezioso e del tutto naturale: purifica le vie respiratorie, ha un effetto decongestionante, mucolitico e antinfiammatorio. La stanza, inoltre, bianca e silenziosa come una spiaggia esotica, garantisce di per sé momenti di puro relax.

Per informazioni e prenotazioni potete scrivere a torino3@castellodisale.it, oppure telefonare al numero 011.433.85.77.

Vi aspetto, e vi invito a dare un’occhiata anche al corso di rilassamento per bimbi!

Dipendenza da internet… e voi, come siete messi?

Vi avevo già parlato delle cosiddette “nuove dipendenze”.

Quelle che avevano maggiormente destato la vostra curiosità, come ho potuto notare dai termini maggiormente ricercati nel mio blog, erano le “web related addictions” (dipendenze correlate al web): “info surfing”, dipendenza da gioco d’azzardo online, da sesso virtuale, da social network, shopping compulsivo online.

log-off
Da quando ho pubblicato il post, molti altri comportamenti sono diventati oggetto di attenzione, come la dipendenza da videogiochi di ruolo online, e, con la sempre crescente diffusione degli smartphone, la dipendenza da cellulare (battezzata “nomofobia”, contrazione di “no-mobile phobia”).

Sul sito di ESC, team di specialisti nel campo delle dipendenze, ho trovato un test (un adattamento dell’ IAT – Internet Addiction Test di Kimberly Young), che permette di scoprire il proprio rapporto con il web… siete curiosi? Non vi resta che provare...

Gli animali aiutano a stare bene? Pet therapy e dintorni…

Il termine “pet therapy” è stato coniato dallo psichiatra infantile Boris Levinson negli anni ’60 del XX secolo.
Si tratta di un approccio che integra le terapie tradizionali e può essere impiegata su pazienti affetti da differenti patologie, con obiettivi di miglioramento fisico, cognitivo, emotivo, comportamentale e sociale.

La pet therapy non è quindi una terapia a sé, ma una co-terapia, che può facilitare l’approccio terapeutico con le figure mediche, psicologiche e riabilitative, soprattutto nei casi in cui il paziente sia scarsamente collaborativo o comunicativo.

Quali sono i vantaggi che può offrire il contatto con un animale?

  • Il contatto con un animale aiuta a soddisfare bisogni come affetto, sicurezza, relazioni interpersonali. Oltre a darci tutto il loro affetto, infatti, gli animali creano occasioni di socializzazione e conversazione, come d’altronde ben sa ogni padrone di cane reduce da una passeggiata al parco.
  • Nei bambini con problemi comportamentali come iperattività, aggressività, autolesionismo, è stato dimostrato che questi comportamenti diminuiscono, di pari passo con l’ansia, mentre aumentano autostima e senso di responsabilità.
  • In pazienti ipertesi e cardiopatici, è stato dimostrato che accarezzare un animale diminuisce la pressione arteriosa e contribuisce a regolare la frequenza cardiaca.Appare chiaro, quindi, che gli animali non sono soltanto utili nelle terapie, ma anche e soprattutto nella prevenzione. In situazioni stressanti, la sola presenza di un animale domestico può essere sufficiente a produrre un effetto tranquillizzante sul sistema nervoso e sulle funzioni cardiovascolari dell’uomo, permettendogli di rilassarsi e distrarsi, senza amplificare le sensazioni negative.

In Italia, spetta alle singole Regioni dotarsi di una legislazione in materia sanitaria, e ad oggi solo la Regione Veneto ha definito le procedure ed i requisiti minimi necessari per poter effettuare l’attività della pet therapy, redigendo il MOR (Manuale Operativo Regionale regione Veneto) ed avviando Net Pet Therapy, un progetto di rete regionale per la pet therapy.

“FUORI SCHEMA” – Affettività, genitorialità e sessualità delle persone disabili

Sabato 4 maggio 2013
dalle 09.00 alle 12.00
presso il CENTRO POLIFUNZIONALE +SPAZIO4
Via Saccarelli, 18 – Torino

avrà luogo l’incontro di informazione e sensibilizzazione
“FUORI SCHEMA”
Affettività, genitorialità e sessualità delle persone disabili
promosso da MAU (Museo di Arte Urbana e Contemporanea)
insieme a Servizio Disabilità e Sessualità del Comune di Torino e Biblioteche Civiche Torinesi

PROGRAMMA

09.00 – benvenuto e presentazione dell’incontro da parte delle Biblioteche Civiche torinesi.
09.00-11.00 – interventi dei relatori:
– Mariacristina Acciarri (presidente Associazione Verba) – presentazione del servizio rivolto   alle donne disabili “Prevenzione Serena Accessibile”, presso il consultorio Saint Gobain.
– Sara Morando (AISM, Sezione Provinciale di Torino)
– Paola Cirio (Associazione Luca Coscioni, nucleo promotore di Torino)
– Patrizia Musco (Biblioteche Civiche Torinesi)
– Andrea Perdichizzi (Gruppo Psicologi Arcobaleno – Progetto Evelyn Hooker in Arcigay Torino “Ottavio Mai”)
– Intervento a cura  del  Maurice GLBTQ (gay, lesbiche, bisessuali, transgender, queer)
modera: Claudio Foggetti (responsabile del Servizio Disabilità e Sessualità del Comune di Torino)
pausa caffè
ore 11.15-12.00 – dibattito libero

L’ingresso è libero.

+Spazio4 è accessibile ai disabili dall’entrata di via Miglietti.

Per informazioni:
www.museoarteurbana.it
barbara.bordon@yahoo.it
cell. 328 2313381

 

(Photo © panthermedia.net/Vladimirs Poplavskis)

Le nuove forme di dipendenza sociale: la tecno-dipendenza

Oggi, Venerdì 8 febbraio 2013 – ore 21.00
presso la libreria LegoLibri, via Maria Vittoria 31, Torino

si terrà l’incontro

“Le nuove forme di dipendenza sociale: la tecno-dipendenza”

Quando si parla di dipendenza, la maggior parte delle persone associa questo termine al solo uso e abuso di sostanze psicoattive. Dipendenza quindi come comportamento deviante. In realtà molti comportamenti, seppur normali nella vita quotidiana e ritenuti socialmente accettabili, possono diventare, per alcuni individui, delle vere e proprie dipendenze che possono invalidare l’esistenza della persona e del suo sistema di relazioni.

Questo è il caso delle nuove forme di dipendenza, come la dipendenza dalle nuove tecnologie: il seminario intende focalizzarsi proprio sulla tecno-dipendenza, con particolare attenzione al mondo del web, per cercare insieme di capire cosa determina la dipendenza tecnologica e quali potrebbero essere gli strumenti per fronteggiarla e prevenirla.

Organizza l’Associazione Amore & Psiche.

A questo link trovate l’evento su Facebook.

Se siete interessati ad un approfondimento, potete leggere un mio post di qualche tempo fa.

 

(Photo by @Matthew_T_Rader on Unsplash)

ARIA – Uno spazio di ascolto gratuito a Torino dedicato ai giovani dai 14 ai 21 anni

Hai dai 14 ai 21 anni e hai bisogno di fermarti e respirare?
FAI UN SALTO IN ARIA…
Uno spazio per confrontarsi, per parlare, per trovare le risposte ai problemi grandi e piccoli che si incontrano crescendo…

ARIA è un centro d’ascolto del Comune di Torino rivolto a ragazzi dai 14 ai 21 anni per fornire un luogo di riflessione e di confronto che aiuti ad affrontare quelle crisi e difficoltà che si incontrano normalmente in fase di crescita, beneficiando dell’ascolto di un adulto estraneo alla famiglia che sostenga nella riflessione e nella chiarificazione su di sé. Fondamentale è una relazione accogliente con i ragazzi che permetta la ricerca delle risorse, interne ed esterne (nel proprio ambiente e nella propria famiglia) per realizzare al meglio la loro vita e la loro partecipazione sociale.

ARIA offre un’immediata disponibilità ad accogliere offrendo garanzia di anonimato e riservatezza, e utilizza come suo strumento principale l’ascolto: nessun proposito di “normalizzare” i comportamenti, ma una risposta al bisogno di sentirsi accolti senza condizioni, pregiudizi e soluzioni a priori.
Ad ARIA è anche possibile avere indicazioni sulle risorse utili ai ragazzi, in collaborazione con il Polo cittadino della Salute e il Centro Informagiovani.

Lo sportello si trova in Via Giolitti 40/B a Torino ed è aperto nei seguenti orari:

Lun: 15.00 – 18.00
Mer: 14.00 – 17.00
Ven: 10.00 – 13.00

Ci si può presentare direttamente in orario di apertura oppure prenotare telefonicamente un incontro al 011.812.66.37.

Aria ha inoltre una pagina Facebook.

Aria è un servizio gratuito.

Le “nuove psicopatologie”

Spesso si sente parlare di “nuove dipendenze”, o “nuove psicopatologie”. Di cosa si tratta? Perché sono “nuove”? Perché sono in così rapido aumento, sia come quantità sia come numero di persone coinvolte?

Innanzitutto preciso che non sono assolutamente tra i convinti che di ogni piccolo problema umano si debba creare una “malattia” (potete leggere il mio post sulla “sindrome natalizia”). È però innegabile che l’ambiente abbia una grande influenza sulla salute psicologica delle persone, e mai come oggi tutte le possibili accezioni di “ambiente” (i luoghi fisici, la società, i contesti relazionali) sono in rapida e caotica evoluzione. Tutto ciò non è per niente banale: ci richiede uno sforzo di adattamento non indifferente, considerando anche che, dal punto di vista biologico, noi siamo “Homo Sapiens anatomicamente moderni” (anche detti “Homo Sapiens Sapiens”), ossia una specie comparsa sulla Terra 200.000 anni fa: con le stesse identiche risorse neurocognitive di allora, dobbiamo far fronte ad un ambiente molto più complesso. Continua a leggere Le “nuove psicopatologie”