Oggi vi parlo di una serie TV, della quale in realtà volevo parlarvi da mesi… Beh, ora ho tempo di scriverne!
Come sapete, il mio intento con questi articoli è quello di dare idee per passare questo tempo in modo piacevole e costruttivo, ma ricordate sempre le due regole fondamentali da seguire quando si parla di TV, film, serie, streaming ecc:
- alzatevi ogni tanto per muovervi un po’, mettendo se necessario la sveglia sul cellulare per ricordarvi di sgranchirvi.
- Date sempre e comunque una certa regolarità alla vostra giornata, anche nell’uso della TV, riservandole degli spazi ben definiti.
Fatte le doverose premesse, vengo ora al mio consiglio per le prossime serate: Atypical, la serie Netflix incentrata sulla vita di Sam, ragazzo con la Sindrome di Asperger.
La condizione di Sam non viene rappresentata come una disabilità, ma come un particolare modo di essere, una condizione con cui si può convivere, anche se con qualche difficoltà.
I problemi di Sam sono abbastanza comuni nella vita di un teenager: episodi di bullismo, primi amori, incomprensioni familiari. E il protagonista affronta tutto a modo suo, grazie anche a una famiglia affiatata (anche se assolutamente non perfetta), al suo migliore amico (che dà consigli a volte buoni, ma spesso discutibili, proprio come un qualsiasi teenager), alla sua terapeuta e successivamente anche ad un gruppo di sostegno.
I personaggi sono molto realistici: la madre, spinta dal desiderio di proteggere il figlio, a volte è così concentrata su di lui da trascurare sé stessa e la famiglia. Il padre in passato ha avuto difficoltà ad accettare il disturbo di Sam. E la sorella è una normalissima adolescente: a volte dolce, a volte ribelle e scontrosa, protegge il fratello, ma non lo tratta mai con pietismo.
Dopo la prima stagione, in seguito ad alcune critiche mosse riguardo a una recitazione un po’ stereotipata dell’attore che interpreta Sam, si è deciso di inserire nel cast un gruppo di ragazzi nello spettro dell’autismo, che interpretano i membri del gruppo di pari cui Sam si unisce, e di coinvolgere persone con autismo nella scrittura della sceneggiatura. Le recensioni della seconda e terza stagione sono state quindi più che positive. La quarta e ultima è attesa per il 2021.
Vi auguro quindi una buona giornata e una buona visione… con moderazione!
Qui in Italia tra le persone autistiche e Asperger la serie Atypical ha ricevuto pareri discordi. Qualcuno la trova realistica, qualcuno pensa che la caratterizzazione di Sam sia stereotipata. Dal momento che ogni persona autistica è diversa, probabilmente è difficile rappresentare l’autismo e l’Asperger in un modo che accontenti tutti. Io penso però che la serie rifletta un ambiente sociale molto diverso da quello italiano, in cui l’autismo è ancora semisconosciuto e non c’è così tanta attenzione e comprensione da parte di chi non ne è coinvolto personalmente (perché è autistico o ha familiari nello spettro). Mi dispiace anche vedere che Sam e le altre persone autistiche della serie presentano fisionomie “particolari”, un po’ strane, che fanno capire subito che si tratta di persone “non normali”. Invece nella realtà è spesso il contrario: l’aspetto è “normale”, e fisicamente niente fa percepire una neurodiversità. Immagino che in Atypical la distinzione sia voluta, per far capire subito allo spettatore chi è “normale” e chi no. Mi piacerebbe vedere una serie italiana con persone autistiche, penso che sarebbe molto interessante, non trovi?…^-^
Sì, la serie ha ricevuto pareri discordi anche negli States.
Sono d’accordo con te: ogni persona con Asperger è una persona unica, e pretendere che un unico personaggio le rappresenti tutte è impossibile.
Il personaggio di Sam comunque non è monolitico, evolve nel corso delle puntate, e questo secondo me è positivo. L’importante è che la realtà dell’autismo inizi a essere rappresentata: esiste nella vita reale, quindi perché non nelle serie TV? Sono fiduciosa che nei prossimi anni questa tematica diventerà assolutamente “typical”. :)
Quanto alle serie italiane… Mi piacerebbe vedere più serie e più di qualità, e quindi sì, anche più diversificate nei temi che trattano. Su questo in Italia siamo ancora un po’ indietro, ma recentemente alcune produzioni lasciano ben sperare.