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Freak Show. Mostri o persone da cui trarre ispirazione?

Come ho già avuto modo di dirvi, amo molto il teatro, il cinema, ma anche le serie televisive. Trovo che raccontare storie, e anche fruirne, sia un’esperienza di crescita personale, stimolante a molti livelli.
Ho terminato da un po’ di vedere “American Horror Story: Freak Show”, e da un po’ avevo questo post in cantiere.

(Continuate pure a leggere, non contiene spoiler.)

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Lizzie Velasquez: “VOI, come vi definte?”

Chi di voi ancora non conosce Lizzie Velasquez? Crudelmente definita “la donna più brutta del mondo”, Lizzie è in realtà malata di una rarissima sindrome (da cui sono affette solo 3 persone al mondo) che le impedisce di ingrassare. Oggi ha 23 anni, e il suo peso non ha mai superato i 29 kg. Inoltre, è cieca da un occhio.

A questo punto si potrebbe immaginare che sia una persona molto infelice, e invece non è così!
Nella sua vita ha passato periodi molto bui. Come quando, il primo giorno d’asilo, si trovò a interagire con bambini che la guardavano come un mostro, mentre lei fino ad allora si era considerata normale. O come quando, teenager, trovò su YouTube il video in cui veniva definita “la donna più brutta del mondo”, con quattro milioni di visualizzazioni e migliaia di commenti sprezzanti, uno dei quali la incitava addirittura al suicidio.
Ma oggi Lizzie – che non si è abbattuta grazie al sostegno incondizionato della sua famiglia – è una motivational speaker, che aiuta gli altri ad accettarsi, a stimarsi, a capire chi si è e dove si vuole andare.
Basti pensare che, alla sua nascita, i medici dissero ai suoi genitori che probabilmente non sarebbe mai stata in grado di parlare, né di camminare, mentre lei ha addirittura frequentato l’università!

Questo è un suo discorso, tenuto alla Conferenza TEDxAustinWomen. Il video sta facendo il giro del mondo, e qui c’è una versione sottotitolata in italiano:

 

Lizzie si è chiesta: “Lascerò che sia chi mi chiama mostro, a definirmi, chi mi dice di uccidermi? No, saranno i miei successi, le mie soddisfazioni, e non il mio aspetto, o la mia sindrome”. E a sua volta chiede al suo pubblico: Voi, come vi definite?”

Lizzie ha anche scritto due libri, per ora disponibili in inglese e spagnolo. Il terzo è in preparazione.

Questo è il suo sito web.

“Per un ascensore a Piazza Madama” – Il teatro comunitario racconta San Salvario

Il multietnico quartiere torinese di San Salvario è al centro dello spettacolo “Per un ascensore a Piazza Madama”, a cura di Paola Cereda. Il laboratorio ha seguito la metodologia del teatro comunitario argentino, e ha preso spunto dal romanzo dell’algerino Amara Lakhous “Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio”, ambientato a Roma.
Partendo e da una riflessione sui temi dell’integrazione, della paura del diverso e del pregiudizio, i partecipanti hanno rielaborato il testo e lo hanno adattato al contesto torinese e al proprio vissuto personale. Continua a leggere “Per un ascensore a Piazza Madama” – Il teatro comunitario racconta San Salvario